sabato 29 ottobre 2011

Aspettando il nuovo post: grazie Autunno.



Quando aspetto che un post maturi e sia pronto per essere scritto è come quando si desidera con impazienza un frutto stagionale.
Ammesso che ne esista ancora qualcuno, lo si attende per mesi, pregustando a lungo un sapore noto e l’attesa di tutti forse lo rinforza e lo fertilizza ancora più dell’acqua, ancora più del sole.
Me ne sto in attesa che ciò che devo raccontare salga su, che emerga da acque limpide, che si palesi così per come deve essere trascritto...chiaro e nitido nei contenuti, negli intenti e nel messaggio.
Scaccio via, come un brutto pensiero, l’idea di scrivere la prima cosa che capita, e lascio che la pazienza ceselli le mie idee, a lungo.
Perchè è solo con il giusto tempo che i rubini del melograno arrivano a spaccare la corteccia; ed è solo con l’attesa dovuta che troveremo le castagne per terra, fra le foglie e non più rinchiuse nei ricci. E         allora basta non avere fretta,  basta imparare a descrivere un colore, un odore o un ricordo che pure da soli possono saziare; basta affacciarsi della finestra, incrociare le braccia, tirare un bel sospiro che ossigena e rincuora.

Basta ringraziare l’Autunno di essere tornato. Anche quest’anno.






La casadellelucertole oggi è immersa in un vento rinfrescato. Il sole ancora non l’ha abbandonata, ma i profumi dell’aria sono cambiati. La terra umida  di funghi e foglie, restituisce, come ogni anno, uno per uno tutti ricordi di tutti gli autunni passati qui: quando prendevo nel bosco le foglie variopinte da portare a scuola; quando mi pungevo le dita per aprire un riccio ancora verde, seduta su una pietra umida.
I funghi che raccoglievo erano i più colorati ma anche i più velenosi, e se tornavo a casa dopo aver mangiato un caki non era solo perchè ero tutta imbrattata, ma anche perchè iniziava a fare fresco davvero, e magari dovevo ancora fare i compiti.
Vivevo una dimensione sospesa tra le fiabe che leggevo la sera e le cose che facevo di giorno, e sempre più spesso pensavo che la natura ha un modo quanto meno strano di addormentarsi, se mentre le foglie ingialliscono e cadono, fra i rami restano appesi frutti insoliti e dolcissimi, tesori regalati poco prima di cadere nel lungo sonno dell’Inverno.
















Sembra un Autunno speciale, eppure il rituale si rinnova: le mani dei miei figli raccolgono foglie e ricci da portare a scuola e  affondano le mani nella terra umida per tirare via un pò di muschio. Si accatasta la legna, mentre il cane annusa il vento che cambia. Si aspetta e si teme il freddo, ma che arrivi presto! Perchè solo lui, anche quest’anno, porterà il Natale ai bambini.

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