giovedì 28 aprile 2011

à la recherche di una madeleine perfetta

"…in una giornata d’inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi infreddolito, mi propose di prendere, contrariamente alla mia abitudine, un po’ di tè. Rifiutai dapprima, e poi, non so perché, mutai d’avviso. Ella mandò a prendere uno di quei biscotti pienotti e corti chiamati Petites Madeleines, che paiono aver avuto come stampo la valva scanalata d’una conchiglia di San Giacomo. Ed ecco macchinalmente oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva subito rese indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa…non mi sentivo più mediocre, contingente, mortale...” 

(Marcel Proust, "Alla ricerca del tempo perduto”)

Da questo mitico passaggio letterario è iniziata qualche tempo fa la mia recherche (appunto!) per ottenere una madeleine perfetta. Eh si, una di quelle che hanno profumo di burro buono, la giusta consistenza, e soprattutto la gobbetta. Gli stampi in commercio, invogliano e aiutano, certo, ma la gobbetta non è imprimibile, no, essa è frutto solo di savoirfaire o di.....fortuna! No dai, non è tutta fortuna...delle regole da seguire ci sono eccome....




150 gr di farina
150 gr di zucchero semolato
125 gr di burro 82% massa grassa
2 uova
2 cucchiaini di lievito in polvere per dolci
2 cucchiai di latte
Innanzitutto non è sforzandosi di sistemare l’impasto nello stampo che si ottiene un risultato migliore. E' il forno col suo calore che riuscirà a spargere i mucchietti più deformi. Io metto l’impasto in frigo per almeno un’oretta, se ho fretta, dopo un primo passaggio in frigo, uso per pochi minuti anche il frezeer, così da avere un impasto ben freddo che a contatto con la temperatura elevata del forno farà montare su la gobbetta. Quindi...andando in ordine: si montano uova e zucchero a lungo, si aggiungono farina e lievito setacciati un pò per volta, infine, il burro morbido a pezzetti e i due cucchiai di latte. Per i miei stampi di maeleines medi basta un cucchiaino di impasto fatto scivolare al centro con l’aiuto di un secondo cucchiaino. 
C’è chi si diverte a farle arancioni verdi o salate ma io, perdonatemi, adoro le mie che profumano di limone e lasciano oleosi anellini nel the in cui le intingo.

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