La casadellelucertole è casa mia. E’ la casa dove mi hanno portata appena nata, ed è la casa dove sono nati i miei figli. E’ la mia dimora di sempre, è quella in cui sono sempre voluta tornare dopo essere partita. E’ quella dove si è consacrato mio marito, dicendomi, dopo la prima visita: “ sai che io qui ci potrei anche vivere?”. E’ il mio rifugio, la mia sicurezza, è il posto in cui mi vedo sia bambina, che vecchia e ricurva, il luogo a cui penso di fare un torto se mi costruisco un’altra casa.
....c’è un cancello di ferro battuto all’ingresso, c’è una grande terrazza che guarda sul golfo, ci sono i sugheri, i quercioli, qualche castagno, e tanti alberi di ciliegio.
Printemps a Giverny di Claude Monet 1903 |
...c’è un fitto bosco di “scope” da cui da bambina ricavavo il “riso” (nient’altro che fiorellini bianchi e tondeggianti) per fare "torte" e “sformati”. C’è la mia vecchia casa sull’albero, che mi sembrava tanto alta, e invece oggi è così minuscola; c’è tanto finocchio selvatico e profumato, un’edera folta dietro casa, enormi cespugli di salvia e rosmarino, la menta che nasce spontanea, ovunque rose dai petali carnosi e nuvole basse e bianche.
Ci sono quattro occhi sinceri di bambini che giocano nel vento, profumo di dolci panini lievitati, e l’odore sano della legna da ardere.
C’è la nebbia e il mare, la pioggia e la neve, il sole e poi...poi ci sono loro...le lucertole, tante, grandi ed invadenti, abitanti come me di questo luogo incantevole ed incantato; avide come me di sole quando il cotto si riscalda. Escono in primavera dai pertugi della terra, ed in ottobre tardano a sparire, sono fastidiose e bellissime; lestissime o immobili come le decorazioni a rilievo dei vasi di terracotta. Da piccola le seviziavo, ora conviviamo con reciproco sospetto, domani o un giorno forse saremo amiche.
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